DISTURBI
Intestino irritabile

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Cos’è l'intestino irritabile? Conosciamo meglio questa condizione

La sindrome dell’intestino irritabile, definita in passato anche “colite spastica” o semplicemente “colite”, affligge molti di noi. Parliamo di un disturbo caratterizzato da una sintomatologia varia e fastidiosa localizzata a livello intestinale. Fasi acute si alternano a periodi in cui i sintomi sono quasi lievi o del tutto assenti. Scopriamo di più su questo problema.


Che cos’è l’intestino irritabile

La sindrome dell’intestino irritabile può essere definita come un disturbo cronico e ricorrente delle funzioni dell’apparato gastrointestinale. Questa condizione coinvolge il colon e l’intestino tenue, con un’alterazione dei movimenti intestinali (peristalsi intestinale), della sensibilità che diviene dolorosa e della produzione di liquidi.

L’attività dell’intestino (motilità, sensibilità e secrezione) è regolata dal cervello, e può subire delle variazioni. Tali alterazioni possono provocare una sintomatologia piuttosto varia quali diarrea, stitichezza o un’alternanza di entrambe (si parla di alvo alterno).

L’andamento del disturbo ha carattere fluttuante. Nel corso degli anni, chi soffre di questo problema può alternare fasi durante le quali i sintomi non compaiono o compaiono moderatamente, a fasi acute, caratterizzate da sintomi fastidiosi e spesso debilitanti, che rischiano di rallentare e compromettere le attività quotidiane.

Talvolta, anche condizioni che definiremmo normali possono irritare l’intestino, come ad esempio consumare un pasto, avere il ciclo mestruale: situazioni abituali possono determinare una risposta eccessiva dei movimenti intestinali, con un inasprimento del problema.


Sintomi dell’intestino irritabile

Come abbiamo accennato, la sintomatologia dell’irritabilità intestinale è piuttosto varia. L’intestino irritabile si presenta con alcuni sintomi ricorrenti:

  • Dolori e crampi addominali
  • Dolore a un fianco o alla schiena
  • Bruciore retrosternale (ossia dietro al torace)
  • Gonfiore addominale
  • Flatulenza o Meteorismo
  • diarrea o Stipsi, anche alternate
  • difficoltà di movimento intestinale
  • alterazione della sensibilità anale (tenesmo rettale)

In generale, perché si parli di intestino irritabile, il dolore non deve essere temporaneo o saltuario ma continuativo e cronico: in generale, si parla di intestino irritabile quando i sintomi compaiano per diversi giorni al mese in modo costante, e possiamo notare anche che:

  • L’evacuazione dà sollievo al dolore
  • Il numero delle evacuazioni si modifica, almeno inizialmente
  • le feci cambiano di aspetto, da più dure a molli etc

Possiamo affermare che, se per almeno sei mesi continui la sintomatologia addominale compare frequentemente, si soffre presumibilmente di irritabilità intestinale. Ma soltanto il medico, seguendo precisi criteri validati, può confermare la diagnosi


Le cause dell’intestino irritabile

Le cause dell’intestino irritabile sono ancora molto discusse. Fattori emotivi, alimentari, ormonali o l’assunzione di farmaci possono scatenare o aggravare i sintomi gastrointestinali. Storicamente, il disturbo è stato spesso valutato come prevalentemente psicosomatico.

In linea generale, la sindrome dell’intestino irritabile può essere legata ad un’alterazione della flora batterica intestinale. Infatti, il nostro intestino è abitato da una moltitudine di microrganismi in equilibrio tra loro e con l’ospite umano, in parte batteri buoni e in parte potenzialmente dannosi: il microbiota intestinale o microflora normale.

La microflora intestinale varia da una persona all’altra: ciascuno di noi possiede un fingerprint batterico, cioè una vera e propria impronta digitale batterica” data dalla specifica composizione della microflora intestinale. La salute intestinale dipende dall’equilibrio fisiologico della microflora, a sua volta fondamentale per il benessere di tutto l’organismo.

Per vari motivi, può accadere che questo equilibrio si alteri, con una proliferazione anomala dei microrganismi nocivi. In questo caso, si parla di disbiosi intestinale, e questa condizione può comportare l’insorgenza di vari problemi: una maggiore suscettibilità all’irritabilità intestinale è tra questi.

Tra i fattori che possono contribuire all’irritabilità intestinale possiamo individuare:

  • Ipersensibilità o intolleranza a determinati alimenti;
  • Alimentazione poco bilanciata, povera di acqua e fibre;
  • Mestruazioni, dovute alle modifiche ormonali che intervengono sul funzionamento dell’intestino
  • Stress e tensione. Infatti, l’intestino è spesso bersaglio di ansia e preoccupazioni.

Rimedi per l’intestino irritabile

Per migliorare la nostra situazione intestinale, è possibile mettere in pratica misure sia a livello alimentare, sia a livello comportamentale:

  • Riduciamo l’assunzione di cibi e bevande ad azione irritante e lassativa (cibi piccanti, fritti, insaccati salati, alimenti integrali ricchi di fibre, caffè, alcolici).
  • Limitiamo cibi che promuovono la formazione di gas intestinali: bevande gassate, cavolfiore, piselli, broccoli, legumi, chewing-gum.
  • Riduciamo l’assunzione di cibi ad azione astringente, se il sintomo prevalente è la stipsi (banane acerbe, limone, riso, carote crude, patate).
  • Scegliamo cibi leggeri, ad azione saziante e riequilibrante come ad esempio pesce magro, carne bianca cotti a vapore, al forno, alla griglia.
  • Beviamo acqua frequentemente. Ciò è fondamentale sia per reintegrare i liquidi persi in caso di diarrea, sia per facilitare l’espulsione di feci morbide in caso di stitichezza.
  • Pratichiamo un’attività fisica moderata. Fare movimento è raccomandato per favorire il transito intestinale e scaricare tensione in caso di irritabilità intestinale di natura psicologica.
  • Non saltiamo i pasti e non abbuffiamoci. Lunghi digiuni o pasti troppo abbondanti potrebbero aggravare la situazione della mucosa intestinale.

Possiamo assumere fermenti lattici vivi per promuovere il fisiologico benessere intestinale. La loro azione favorisce l’equilibrio della fisiologica microflora intestinale, spesso alterata. Non dimentichiamo che sulle pareti intestinali coesistono numerose e differenti specie batteriche, in equilibrio tra di loro e con il nostro organismo: assumere prodotti che contengono fermenti lattici in quantità e specie diverse è perciò importante. Infatti, maggiori sono la varietà e la diversificazione delle specie, più probabile sarà la colonizzazione dell’intestino con le specie esistenti.

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